Skip to content Skip to footer

Ricordando pasquarte: don marco diara

“Fin da bambino, attendevo con trepidazione quel momento: l’inaugurazione il Sabato delle Palme, il fermento degli artisti intenti ad allestire le loro opere, il profumo della pittura ancora fresca, il brusio delle conversazioni tra chi cercava di cogliere il senso profondo di ogni creazione.
Entrare nella mostra era per me come varcare la soglia di un altro mondo, un universo in cui ogni artista raccontava qualcosa di sé, della propria visione dell’arte, della vita, del mistero della Pasqua e della realtà che ci circondava. Le opere non erano mai uguali: alcune vibravano di colori accesi, altre sembravano sussurrare con la delicatezza dei chiaroscuri; c’era chi scolpiva la materia per darle un’anima e chi, con poche linee, sapeva evocare emozioni profonde. Ogni opera aveva una voce, e io mi perdevo in quel coro silenzioso di forme e significati, sentendomi parte di qualcosa di grande, di bello, di vero”.
-don Marco Diara-
opera: “Paesaggio ragusano” di Giuseppe Brafa – PasquArte 1994