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Pasquarte e le testimonianze a cura di Giuseppe Cassarino

Con vero piacere iniziamo presentare alcuni post a cura di Giuseppe Cassarino, testimone privilegiato della nobile tradizione di PasquArte, persona di notevole spessore culturale ed esponente di una forte identità che racchiude al suo interno tradizione religiosa, cultura e fede.

“Non entrate a cuor leggero nei ricordi!!!” chiamando a testimoni Leopardi, Proust ed Emily Dickinson, soleva così ammonire Gesualdo Bufalino, orgoglio cittadino e non, lo scrittore per tutti, il caro prof. Dino, per me. Ciò per il portato di fiele e di miele, per citarlo nuovamente, che un ricordo può scatenare nel ricordante. Se a dirlo, poi, era Lui che sul ricordo aveva costruito buona parte della sua poetica, tocca, proprio, prestargli fede. Memore, pertanto, dell’illustre insegnamento e con la prudenza che viene dall’ormai conclamata canizie, con mano tremante mi accingo ad aprire la porta delle stanze della memoria e a sollevare timoroso il coperchio del personale scrigno dei ricordi. Ma perché tutto questo? Semplice!!! E’ l’invito gentile e autorevole a scrivere due righe su “Pasquarte”, che viene da padre Biagio, da poco al timone dell’Annunziata” a scardinare, d’emblèe, ogni iniziale, possibile incertezza e titubanza e a farmi proferire, come Garibaldi a Teano, un risoluto, sonoro “Obbedisco”.

Nella foto: “Scorcio comisano” di Rosario Antoci – PasquArte 1986